L’uso del Tricolore su prodotti cinesi viola il Made in Italy
Siamo tutti innamorati della Nostra bandiera e del Made in Italy.

Inaccettabile, pertanto, che il Tricolore venga usato come ornamento di prodotti Made in China.
Dello stesso avviso la Corte di Cassazione nella pronuncia n° 54521 del 22 dicembre 2016
Il caso riguardava un sequestro probatorio di 258 chitarre e 1080 ukulele provenienti dalla Cina che presentavano sulla confezione un’etichetta con la bandiera italiana e sulle corde un’etichetta Made in Italy.
Per i Giudici della Suprema Corte si tratta di reato, previsto e punito all’articolo 517 del Codice Penale:
L’importazione e l’esportazione a fini di commercializzazione ovvero la commercializzazione o la commissione di atti diretti in modo non equivoco alla commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci indicazioni di provenienza o di origine costituisce reato ed è punita ai sensi dell’articolo 517 del codice Penale“.
Inoltre, ai fini di uso lecito dell’indicazione Made in Italy, il prodotto dev’essere disegnato, progettato, lavorato e confezionato in Italia.

L’indebita indicazione Made in Italy è attualmente un reato mentre non lo è più la fattispecie di uso ingannevole del marchio da parte delle aziende italiane.
Integra condotta punibile ai sensi del Codice Penale quella che si concretizza in:

– Stampigliatura “Made in Italy” su prodotti e merci non originari dall’Italia;

– Utilizzo di etichettatura del tipo “100% Made in Italy”, “100% Italia” “tutto italiano”, “full Made in Italy”, per contrassegnare prodotti nono interamente disegnati, progettati, lavorati e confezionati in Italia;

– Uso di segni o figure che inducano il consumatore a ritenere, anche in presenza di indicazione dell’origine o provenienza estera, che il prodotto sia di origine italiana;

– Uso ingannevole del marchio aziendale in modo da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto sia di origine italiana;
Nel caso di specie non vi erano etichette indicanti la provenienza degli strumenti musicali ma vi era l’etichetta del produttore con a fianco il Tricolore, circostanza idonea a trarre in inganno il consumatore circa l’effettiva origine del bene.
Oltretutto è emerso nelle varie fasi processuali la consapevolezza dell’imprenditore italiano di importare beni provenienti dalla Cina con sopra i riferimenti della bandiera italiana, un comportamento, pertanto, illecito e consapevole per far passare come Made in Italy qualcosa che con l’Italia ha ben poco a che fare!