UNA PETIZIONE PER I PADRI SEPARATI

Lanciata da Filippo Rossi su change. e diretta al Dipartimento delle Pari Opportunità, ad oggi la petizione “Diritti per i padri separati!” ha già raccolto 3763 firme.

Ciò che viene affermato è un sonoro “no ai giudici che continuano con sentenze disumane come imporre il mantenimento ai padri anche se disoccupati o in precarie condizioni lavorative”, senza considerare “la capacità reddituale della madre” o “incredibilmente impongono il mantenimento all’uomo anche se la madre percepisce salari maggiori del padre”.

Ma non solo.

Viene rimproverato ai giudici che “impongono restrizioni cautelari ai padri perché approvano le false denunce delle madri affette dalla sindrome della madre malevola” e “non concedono giuste quantità di tempo ai padri separati per stare coi figli”.

Si legge nella petizione che “la percentuale di padri eletti affidatari principali è ancora ridicola (attorno al 5%) e non per mancata volontà degli stessi ma per pregiudizio culturale strettamente italico che vede la madre suprema figura educativi per i piccoli”.

In Italia la legge 54/2006 sancisce il diritto del minore di mantenere il rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, anche nel caso in cui questi decidano di separarsi. È il cosiddetto principio della bigenitorialità attraverso l’affido condiviso, già recepito dalla legge italiana nel 1991.

Tuttavia il nostro paese si trova agli ultimi posti in Europa per la tutela della bigenitorialità: al primo posto troviamo la Svezia, dove i figli di separati che trascorrono tempi uguali presso mamma e papà sono il 40% e l’affido materialmente condiviso si applica nel 70% dei casi. In Italia? Le percentuali sono rispettivamente il 2% ed il 5%. E difatti il nostro paese è costantemente condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per non aver consentito lo sviluppo di una vita affettiva a padri separati.

L’appello lanciato dalla petizione perciò è che “questa discriminazione contro gli uomini nel 2017 deve finire”.

E che “deve essere abolito il concetto che una pessima madre è preferibile ad un pessimo padre”.