Reato di estorsione picchiare la moglie per avere del denaro
Un altro episodio di violenza domestica.
Un uomo che vessa la moglie con continue richieste di denaro e non esita a colpirla quando lei si rifiuta di essere per l’ennesima volta il suo bancomat personale.
Quale reato si configura in questo caso?
Lesioni? Percosse? Maltrattamenti in famiglia? No, si tratta di estorsione!
Lo ha stabilito la Cassazione con sentenza n° 2458 del 18 gennaio 2017.
“Il contesto familiare ben descritto in denuncia evidenziava che la violenza esercitata dal ricorrente era finalizzata alle azioni di denaro richieste, giacché, quando la persona offesa acconsentiva a consegnargli il denaro richiesto, il predetto si asteneva dal colpirla”
Riguardiamo insieme il testo dell’articolo 629 del Codice Penale che prevede la fattispecie dell’estorsione:
“Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000″
Nel caso di specie ricorrevano tutti gli estremi del reato in esame:
– Vi era violenza perché il marito alzava le mani contro la moglie se lei si rifiutava di dargli il denaro richiesto;
– C’era l’elemento della costrizione perché con la violenza o la minaccia di usare violenza la donna era costretta a consegnare il denaro;
– E infine ricorreva anche l’elemento dell’ingiusto profitto perché il marito si appropriava di somme non sue ricorrendo a violenza.
Pertanto tutti i singoli reati di lesione, percosse o minacce venivano assorbiti nell’unico reato di estorsione in base al quale i Giudici dei gradi precedenti condannavano l’uomo e la Suprema Corte confermava le precedenti statuizioni.