Ricordiamo l’Italia, assieme alla Grecia, è l’unico paese europeo a non avere una forma di sostegno al reddito universalmente riconosciuta, riconducibile all’espressione reddito di cittadinanza ossia un’erogazione monetaria ad intervallo regolare distribuita a tutti coloro che sono dotati di cittadinanza e di residenza e che sia in grado di consentire una vita minima dignitosa. Ma il 13 marzo è stato approvato in via definitiva dal Senato il testo del disegno di legge n. 2494, ovvero la Delega di contrasto della povertà che introduce il reddito di inclusione.                                                                
Detto anche Rei, è una misura varata per assicurare il sostegno economico in modo progressivo a tutte le famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta, un numero che oggi supera 1 milione e 700 mila persone. In base alle prime informazioni riguarderà in via prioritaria i nuclei familiari con figli minori, con componenti con disabilità grave, con donne in stato di gravidanza accertata e con persone di età superiore a 55 anni in stato di disoccupazione.                                                                                      

La grande novità consiste nel fatto che non sarà riservato ad alcune specifiche categorie di beneficiari (anziani, disoccupati, disabili etc) ma si baserà esclusivamente sulla rilevazione di una condizione di necessità economica. A caratterizzare tale necessità si dovrebbe considerare un Isee inferiore o uguale a 3.000 euro, oltre all’assenza di altri trattamenti economici rilevanti. Il principio guida del provvedimento sta infatti nel raggiungere un livello di vita “minimamente accettabile” e scopo del Rei sarà quello di colmare la differenza tra la soglia di povertà e il proprio reddito disponibile. L’importo esatto e le modalità di pagamento verranno definite dal decreto attuativo ma si prevede che possa venir rinnovato periodicamente o decadere, in base al cambiamento delle condizioni per cui era stato concesso.                                                                                                    

Inoltre con il tempo il Rei diventerà l’unica forma di contrasto alla povertà e assorbirà: il SIA, il Sostegno per l’inclusione Attiva ora pari 400 euro mensili; la Carta Acquisti (il bonus di 40 euro mensili) per le fasce di popolazione interessate; l’ASDI, il sussidio di disoccupazione di 6 mesi introdotto in via sperimentale dal Jobs Act per i lavoratori che hanno terminato di percepire l’indennità di disoccupazione (NASPi) ma che restano in condizioni di bisogno.

Se l’iter legislativo non subirà rallentamenti, la riforma dovrebbe diventare operativa a partire da fine 2017.